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L'esempio offerto dai Decorati alle nuove generazioni

 

Mi chiamo Matteo e sono un ragazzo bresciano. Le chiedo di concedermi, per cortesia, un piccolo spazio nel quale esprimere la mia incontenibile gratitudine nei confronti dell’Istituto del Nastro Azzurro, l’Ente Morale che dal 1923 vede tra i suoi iscritti gli appartenenti a tutte le associazioni combattentistiche, alla resistenza e alla Croce Rossa che negli ultimi due secoli hanno ricevuto una decorazione al Valor Militare.

Tempo fa sono stato contattato dal Presidente provinciale Gen. Carlo Maria Magnani, in qualità di nipote di un decorato, per partecipare al XXVII Congresso Nazionale dell’Istituto, che si è tenuto lo scorso fine settimana nella nostra città.

Pensai che tale invito fosse motivato soprattutto da esigenze di natura organizzativa, dato che si prevedeva l’arrivo di quasi un centinaio di congressisti, tra l’altro in gran parte ultra ottantenni, provenienti dalle Federazioni di tutta Italia nonché un programma davvero esteso ed impegnativo: un incontro in Loggia con il Sindaco e con il Presidente della Provincia, la Messa in onore dei Caduti, la deposizione di una corona al monumento dei Caduti presso il Cimitero Vantiniano, un concerto della Fanfarina del Nastro Azzurro, una visita al Museo dell’Istituto a Salò.

Ma quando mi trovai al cospetto di quel fiume azzurro, fiero e travolgente nonostante scorra da così tanti anni, mi resi conto che non erano loro, i decorati, ad avere bisogno di me, ma io di loro.

Quanta gioia di vivere ho trovato negli occhi di chi, quando aveva la mia età, conviveva con la sofferenza e la morte! Quanto affetto ho ricevuto da chi, pur desiderando la pace e la serenità, ha dovuto, in contingenze drammatiche, dare prova di rarissimo amor di Patria ed enorme senso del sacrificio!

Ho capito che solo attraverso il ricordo e la condivisione del passato si può costruire un futuro di pace e fratellanza.

Ho compreso quanto sia importante per noi giovani l’esempio offerto dai decorati di rispetto dei propri ideali e di un patto d’onore stretto con la Patria.

Di questa esperienza porterò sempre nel cuore un’immagine: durante il concerto serale, un alpino che aveva perso entrambe le gambe tra i ghiacci del fronte russo, udendo risuonare la struggente “Signora delle cime” e vedendo proiettate le immagini dei suoi commilitoni, non potendosi alzare in piedi, levò un grido spezzato dal pianto e dall’emozione: “Signori… io… c’ero!”.

Spesso noi giovani veniamo rimproverati perché non abbiamo né ideali né valori.

Forse ciò è anche dovuto ad alcuni comportamenti che ci vengono offerti da parte di persone che ricoprono importanti ruoli sia nel mondo degli affari sia nelle istituzioni, i quali per coerenza e spessore morale non sono nemmeno avvicinabili alla grandezza dei nostri nonni che hanno superato con coraggio e sana laboriosità le grandi sfide del secolo scorso.

Invito quindi i miei coetanei a cercare negli anziani il tesoro di saggezza che sicuramente possiedono e ringrazio tutti i decorati intervenuti al Congresso, per avermi dato l’opportunità di vivere, anche solo per un giorno, tra gli Eroi del Novecento.


Matteo Bodei

Da “Il Giornale di Brescia” di giovedì 19 ottobre 2006

 

 

Pubblicato sul periodico "Il Nastro Azzurro"

 

 

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