In Evidenzia - Curiosità - Col. avv. Gian Emilio Canesi, una vita per i commilitoni      
 

 

 

Col. avv. Gian Emilio Canesi

 

Gian Emilio Canesi nasce a Monza nella centralissima via Carlo Alberto il 6 Febbraio 1893, figlio dell'industriale monzese Ernesto Canesi e di Giulia Scotti è il primo figlio maschio di una famiglia numerosa.

Compie gli studi  al Liceo militare di Roma, congedato come sotto tenente, nel 1915 viene promosso tenente.

Allo scoppio della I guerra mondiale con l'ottavo reggimento Fanteria viene mandato sul Podgora, dovette per questo abbandonare gli studi universitari alla facoltà di ingegneria per dedicarsi ai compiti che gli erano stati affidati nelle forze armate in quel tragico periodo storico.

Il Canesi fu richiamato il 16 Maggio 1915  e rimase nei territori del Podgora fino all'11 Marzo 1916 quando mentre conduceva i suoi soldati in una azione dimostrativa improvvisamente si scatenò un agguato austriaco, che provocò parecchi morti e tantissimi feriti.

Gian Emilio condusse eroicamente il suo reparto all'assalto alla baionetta, riportò gravi ferite che gli produssero la perdita di entrambi gli occhi. Stremato e ferito il Canesi fu raccolto a notte fonda sul campo di battaglia dal proprio fedele  attendente che complici i pochi raggi di luna riuscì ad attraversare i fili spinati nemici recuperando tra i corpi senza vita quello ancor vivo del suo tenente.

Gian Emilio Canesi ebbe per questo la medaglia d'argento al valor militare con la seguente motivazione :

“Incaricato col suo plotone di un' azione dimostrativa, la compiva con arditezza ed intelligenza. Al momento di iniziare la ritirata, colpito da un proiettile agli occhi, si preoccupava dei suoi uomini battuti dal fuoco nemico, e pur avendo il viso bagnato di sangue, impartiva con serena calma gli ordini, in modo che la  ritirata poté compiersi regolarmente. Podgora , 11 Marzo 1916”.


Purtroppo le disgrazie per il giovane Gian Emilio non erano finite, da lì a poco anche suo fratello perì nel naufragio della nave Japigia avvenuto nell' Adriatico, a causa di un siluramento austriaco il 22 Aprile 1917 mentre rimpatriava dall' Albania.

Nonostante questo e la cecità il Canesi ebbe l'incredibile forza d' animo di intraprendere nuovi corsi di studio laureandosi a pieni voti in giurisprudenza a Pavia, intraprendendo poi la carriera forense aprendo a Monza uno studio legale.

Come tanti altri sventurati colpiti dalla  mutilazione, l'Avv. Gian Emilio  non rimase inerme ma al contrario si attivò nell' arduo compito di rendere più lieve la disgrazia a tanti ex soldati e semplici cittadini: Conobbe e divenne amico di Aurelio Niccolodi , diventò Consigliere nazionale dell' unione Ciechi commissario di questa nella sezione di Torino, consigliere dell' istituto ciechi di Milano, a Firenze si occupò attivamente del comitato per i Ciechi di guerra del quale divenne presidente nel 1950, nel frattempo si occupò anche della scuola nazionale cani guida ma la sua priorità fu la direzione e ristrutturazione della biblioteca “Regina Margherita “ biblioteca costruita appositamente per i mutilati alla vista e dotata dal Canesi di strumenti atti alla sua funzionalità.

L'Avvocato come veniva affettuosamente appellato dai suoi collaboratori a Monza si impegnò a fare in modo che i ciechi di guerra e civili ricevessero una dignitosa educazione, si preoccupò primo tra molti di introdurre il "Libro parlato" quando ancora c'erano i grammofoni ed è  grazie a lui se durante la II  guerra mondiale la biblioteca fu salvata dalla totale distruzione e dispersione.

 Gian Emilio Canesi ricevette nella sua vita numerosissime onorificenze : oltre la medaglia d' argento al V.M., diventò commendatore della corona D' Italia,cavaliere di San Maurizio e Lazzaro, cavaliere e poi ufficiale dell' ordine al Merito della Repubblica Italiana sotto il Presidente Gronchi.

Si spense a Firenze il 22 Agosto 1969 avendo da poco raggiunto il grado di colonnello di complemento

 

 

A cura del prof. Pier Tommaso Messeri

 

 

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