Luoghi della Memoria > Sacrario Militare di Redipuglia      

 

Sacrario Militare di Redipuglia.

Furono necessari dieci anni di lavori per completare questa impressionate sintesi architettonica del maggiore sacrificio in termini di vite umane dell’intera vicenda unitaria essa  custodisce le salme di 100.187 caduti della Grande Guerra che fanno di Redipuglia il più importante e mastodontico luogo della memoria della nostra storia nazionale.

L'opera, realizzata sulle pendici del Monte Sei Busi, cima aspramente contesa nella prima fase della Grande Guerra, sostituì un cimitero sorto su una delle più significative zone di guerra, edificato dopo il conflitto secondo una logica militare e gerarchica: un grande tumulo di cerchi concentrici il più alto dei quali accoglieva i resti dei più alti gradi dell’esercito.

Scalinata del Sacrario Militare di Redipuglia

Il sacrario del 1938, invece, volle rappresentare la più evidente espressione visiva della generale appropriazione del culto della Grande guerra da parte del regime, che trovava la sua legittimazione politica anche attraverso l’affermazione della continuità tra la guerra e la rivoluzione fascista.

Scopo del regime era quello di riunire un numero imponente di spoglie in un unico luogo e di renderlo un sito di pellegrinaggio in grado di accogliere una gran quantità di visitatori.

L’architetto Giovanni Greppi e lo scultore Giannino Castiglioni realizzarono in marmo bianco una struttura su tre livelli culminanti a 107 metri di altezza con una cappella sormontata, come il Golgota, da tre grandi croci.

Si presenta come uno schieramento militare in cui la suddivisione gerarchica del primo cimitero venne sostituita da un livellamento più rispondente allo spirito cameratesco che accomuna i combattenti, ma accentuando la dialettica tra i gregari e il capo,  con alla base la tomba del Duca d'Aosta, Comandante della III Armata (morto nel 1931 chiedendo di essere sepolto con i suoi soldati; la cerimonia che ne seguì rappresentò un tributo del regime alla casa regnante e quindi un segno del consolidamento dei rapporti tra il fascismo e la monarchia) cui fanno ala quelle dei suoi generali.

Seguono disposte su ventidue gradoni le salme dei 39.857 caduti identificati, nell'ultimo gradone, in due grandi tombe comuni ai lati della cappella votiva, riposano le salme di 60.330 Caduti Ignoti.

Nella cappella e nelle due sale adiacenti sono custoditi oggetti personali dei soldati italiani e austro-ungheresi.

Il grande mausoleo venne realizzato di fronte al primo Cimitero di Guerra dell III^ Armata sul Colle Sant'Elia che oggi è una sorta di museo all'aperto noto come Parco della Rimembranza.

Lungo il viale adornato da alti cipressi, segnano il cammino cippi in pietra carsica con riproduzioni dei cimeli e delle epigrafi che adornavano le tombe del primo sacrario.

Sulla sommità del colle un frammento di colonna romana, proveniente dagli scavi di Aquileia, celebra la memoria dei caduti di tutte le guerre, "senza distinzione di tempi e di fortune".

Inaugurato il 18 settembre 1938 il Sacrario divenne meta di un turismo spontaneo o organizzato, costituito da gruppi di reduci come da scolaresche, con un flusso davvero impressionante di visitatori che è proseguito senza interruzione fino ai nostri giorni.

Redipuglia è diventato il principale luogo simbolico della nostra memoria di guerra in cui convergono, insieme ai pochi frammenti delle successive vicende belliche (vi sono confluite anche in anni recenti le ultime spoglie dei caduti della seconda guerra su fronti dell’est), i sentimenti più diversi: da un anacronistico nazionalismo xenofobo al sincero rispetto per il sacrificio dei nostri connazionali.

 

 



 

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